Si celebra oggi, 13 Aprile, la Domenica delle Palme, festività osservata dai Cattolici, ma anche da Ortodossi e Protestanti. Con essa ha inizio la Settimana Santa, nella quale vengono ricordati e celebrati gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, i tormenti interiori, le sofferenze fisiche, i processi, la salita al Calvario, la crocifissione, morte e sepoltura e infine la sua Risurrezione. La Domenica delle Palme, o Domenica della Passione del Signore, giunge infatti quasi a conclusione del lungo periodo quaresimale, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri e che per cinque liturgie domenicali, ha preparato la comunità ai drammatici eventi che precedono la Risurrezione del Cristo. Non ne segna però la fine, poiché la Quaresima sarà conclusa solo con la celebrazione dell’ora nona del Giovedì Santo.
In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma, simbolo di trionfo, acclamazione e regalità, come riportato dal vangelo secondo Giovanni. Un episodio d’importanza straordinaria: Gesù è infatti in quel momento riconosciuto, proclamato Messia e acclamato come il Cristo. Un momento che ha cambiato per sempre la storia d’Israele e dell’intera cristianità che da esso discenderà.
Ai rami delle piante benedette vengono da allora attribuite virtù magiche e miracolose, capaci di allontanare gli incantesimi e gli spiriti maligni. A tale scopo esano usati per addobbare animali e veicoli: collocati sulle testiere dei muli, sulle fiancate dei carretti e sugli alberi delle imbarcazioni, i rami benedetti avrebbero allontanato malattie e calamità. Rami di palma erano anche custoditi nelle case dei fedeli e sono tuttora presenti nelle processioni pasquali. Equivalente della palma è il più diffuso ulivo, da sempre simbolo di pace e introdotto nella tradizione popolare italiana per sopperire alla scarsa reperibilità di palme. Nelle zone dove nemmeno l’ulivo era coltivato, i rametti portati in chiesa per essere benedetti, venivano invece sostituiti da fiori e foglie intrecciate.
La più antica testimonianza documentata circa la commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme risale all’anno 400, una cerimonia tramandatasi nei secoli fino ad oggi, con le caratteristiche processioni e benedizioni. L’attuale liturgia prevede infatti che i fedeli si radunino in un luogo lontano dalla chiesa, qui il sacerdote procede alla benedizione dei rami di ulivo e/o palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, saranno loro consegnati (possono anche essere dati prima della benedizione), quindi si dà inizio alla processione (foto by InfoPhoto) fin dentro la chiesa. La messa della Domenica delle Palme si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo. Una volta terminata la Messa, i rametti appena benedetti vengono portati a casa dai fedeli, che li conserveranno fino all’anno successivo. In molte regioni d’Itaia, l’usanza vuole inoltre che ogni capofamiglia li utilizzi per benedire la tavola imbandita nel giorno della Pasqua, la domenica seguente. Altrove invece, con le parti tenere delle grandi foglie di palma vengono intrecciate piccole e grandi confezioni addobbate, che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.
Dal 1985, per opera di papa Giovanni Paolo II, nella Domenica delle Palme si celebra in tutto il mondo cattolico la Giornata Mondiale della Gioventù, culminante con la cerimonia in Piazza S. Pietro, alla presenza del papa.
Le Giornate mondiali della gioventù vengono celebrate secondo due modalità: a livello internazionale, ogni due o tre anni in una specifica città del mondo, scelta volta per volta dal Pontefice (l’ultimo incontro internazionale si è tenuto dal 23 al 28 luglio 2013 a Rio de Janeiro, in Brasile) e a livello diocesano, negli anni in cui non si svolge la GMG internazionale, in occasione della Domenica delle Palme.
Questo il messaggio del Santo Padre Francesco per la XXIX Giornata Mondiale Della Gioventù 2014:
“Cari giovani, è impresso nella mia memoria lo straordinario incontro che abbiamo vissuto a Rio de Janeiro, nella XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù: una grande festa della fede e della fraternità! La brava gente brasiliana ci ha accolto con le braccia spalancate, come la statua del Cristo Redentore che dall’alto del Corcovado domina il magnifico scenario della spiaggia di Copacabana. Sulle rive del mare Gesù ha rinnovato la sua chiamata affinché ognuno di noi diventi suo discepolo missionario, lo scopra come il tesoro più prezioso della propria vita e condivida questa ricchezza con gli altri, vicini e lontani, fino alle estreme periferie geografiche ed esistenziali del nostro tempo.
La prossima tappa del pellegrinaggio intercontinentale dei giovani sarà a Cracovia, nel 2016. Per scandire il nostro cammino, nei prossimi tre anni vorrei riflettere insieme a voi sulle Beatitudini evangeliche, che leggiamo nel Vangelo di san Matteo (5,1-12). Quest’anno inizieremo meditando sulla prima: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3); per il 2015 propongo «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8); e infine, nel 2016, il tema sarà «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7).”