Castellammare di Stabia, caso scuola Scanzano: l’ex prof chiede i domiciliari. Accuse confermate da sette studenti

Nuovi sviluppi nell’indagine che ha sconvolto la comunità scolastica di Castellammare di Stabia.Veronica Sposito, 37 anni, ex docente della scuola media “Salvati” di Scanzano, è rinchiusa in carcere da quasi sei mesi con l’accusa di aver compiuto abusi sessuali su sette studenti minorenni.

Nelle ultime ore, attraverso il suo avvocato Francesco Cappiello, ha presentato una nuova richiesta di scarcerazione, chiedendo che la misura cautelare in carcere venga sostituita con i domiciliari, da scontare in una località fuori dalla Campania.La nuova istanza è stata discussa ieri mattina durante un’udienza cruciale, tenutasi al Tribunale di Torre Annunziata nell’ambito dell’incidente probatorio.

I consulenti nominati dal giudice, incaricati di valutare l’attendibilità delle testimonianze dei minori, hanno chiesto più tempo per concludere l’esame, rinviando l’udienza decisiva al mese di settembre.Tuttavia, i sette ragazzi – assistiti dagli avvocati Antonio de Martino e Raffaele Pucci – hanno confermato in aula quanto già raccontato nelle fasi precedenti dell’inchiesta, fornendo ulteriori riscontri alle ipotesi dell’accusa.

L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Bianca Maria Colangelo della Procura di Torre Annunziata, è partita a novembre dopo le prime denunce presentate da alcuni genitori.Il cuore dell’impianto accusatorio si fonda su testimonianze rese in contesto protetto, su messaggi e audio scambiati all’interno di una chat chiamata “La Saletta” – che gli inquirenti indicano come un luogo simbolico degli abusi – oltre che sul materiale pornografico rinvenuto a casa della donna durante le perquisizioni.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la professoressa avrebbe convinto gli alunni a seguirla per finte lezioni private, durante le quali si sarebbero verificati contatti fisici e richieste di natura sessuale, alcune delle quali particolarmente gravi.Tra queste, è contestato anche un presunto rapporto orale con uno dei minori, circostanza sempre smentita dall’indagata.

Nel presentare il ricorso, il legale della Sposito ha sottolineato il deterioramento delle condizioni psicofisiche della donna, sostenendo che non sussista più il rischio di reiterazione del reato.La decisione del giudice è attesa nei prossimi giorni.

Intanto, la vicenda continua a generare sconcerto e rabbia tra le famiglie coinvolte e nell’intera città, già scossa nei mesi scorsi da un episodio di forte tensione: l’aggressione alla docente da parte di alcuni genitori all’esterno della scuola, dopo l’esplosione del caso.

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