È stato proprio il bomber di Castellamare di Stabia a ridare verve alla manovra bianconera, dalla quale Osvaldo e Llorente fino a quel momento erano stati avulsi. Ha lottato, ha preso persino una ginocchiata in testa ma, soprattutto, si è guadagnato di mestiere il calcio di punizione su cui Pirlo ha disegnato il gol partita (e forse non solo). E poco importa se quando la palla è entrata in rete tutti, ma proprio tutti, i bianconeri a Marassi si sono riversati sul regista bresciano e lui, Quagliarella, si è avvicinato timidamente al mucchio umano come se quel gol non lo riguardasse, come se quella gioia fosse di un gruppo di cui non si sente più parte. Invece quel gruppo lo considera un elemento imprescindibile, come tutti i giocatori della rosa.
Dopo il gol vittoria di Pirlo, l’attaccante di Castellammare di Stabia ha esultato regolarmente e in maniera spontanea con i compagni. Subito dopo il fischio finale però i presenti a bordocampo hanno riportato una frase pronunciata da Quagliarella mentre si dirigeva negli spogliatoi, il giocatore avrebbe detto: “E alla fine l’ho risolta io anche stavolta…”. Scontata la frecciata rivolta ad Antonio Conte, “colpevole” di tenere sistematicamente fuori Quagliarella da ormai quasi 2 mesi. Quel qualcosa di rotto, però, oggi si può riparare e i segni di pace li ha lanciati proprio Conte, prima mandandolo in campo e poi citandolo in conferenza stampa, minimizzando sullo sfogo scherzando “Aveva preso una botta in testa..”. Al di là delle schermaglie dialettiche però il succo è che Fabio Quagliarella e Conte non sono più separati in casa, quasi certamente a fine stagione le strade si divideranno ma ora il bomber stabiese si è ripreso la sua parte di Juve, perché nella squadra dei record c’è anche lui, tra i “grandi uomini” invocati dal tecnico figura anche il suo nome. E Conte lo sa.