La tragedia della funivia a Castellammare di Stabia ha causato la morte di quattro persone e il ferimento grave di una quinta. Tra le vittime c’è Carmine Parlato, 59 anni, macchinista della cabina sganciatasi a monte e precipitata lungo il pendio. Con lui hanno perso la vita Suliman Janan, cittadino israeliano classe 1999, e Elaine Margaret Winn, britannica del 1967, che viaggiava con un uomo ancora non identificato.
L’unico sopravvissuto è attualmente ricoverato in condizioni critiche all’Ospedale del Mare. Ha riportato contusioni e fratture agli arti inferiori, ma le prime indagini diagnostiche hanno escluso lesioni a testa e addome. Trasportato d’urgenza in elisoccorso, è stato stabilizzato ed è ora intubato, ventilato meccanicamente e in sedazione profonda.

L’incidente è avvenuto nel primo pomeriggio di giovedì 17 aprile, quando il cavo della funivia ha ceduto, finendo sui tetti delle abitazioni sottostanti e sulla strada. A valle, la cabina si è fermata sospesa nel vuoto con a bordo 16 passeggeri, tutti tratti in salvo calandoli con le corde.
La situazione a monte è apparsa fin da subito drammatica: il macchinista, contattato telefonicamente, non ha più risposto. Pochi minuti dopo si è consumata la tragedia: la cabina “Panarella” è precipitata. È subito scattato il piano dei soccorsi per raggiungere Monte Faito, con l’area sorvolata dagli elicotteri.
La zona è impervia e le condizioni meteo non facilitano gli spostamenti. La squadra CNSAS utilizzando manovre di corda ha seguito i cavi avvistando tra la vegetazione i resti della cabina. La notizia è stato diramata, in cooperazione e sinergia con la Prefettura di Napoli, a tutte le altre strutture di soccorso preventivamente allertate, nonché all’elisoccorso 118 di Napoli per il tramite della Centrale Operativa 118 Napoli Est.



