Il Sindaco Gaetano Cimmino ha firmato l’ordinanza n.46/2021 in materia di igiene e sanità pubblica e ordina di adottare misure per gestire l’emergenza epidemiologica da Covid- 19. A tal proposito enuncia le limitazioni alle aperture degli esercizi commerciali al dettaglio che dovranno abbassare la serranda alle ore 18.00, fatta eccezione per i negozi di generi alimentari, la cui apertura è consentita fino alle ore 21.00, delle farmacie e delle parafarmacie, che continueranno ad osservare il loro orario consueto. Inevitabile la polemica che trova sfogo sopratutto sui social, in molti infatti biasimano la scelta del Sindaco. Una decisione drastica che mette a dura prova i negozi locali in un momento di evidente crisi economica e non solo. Quando corrono tempi duri è essenziale combattere insieme in modo ordinato e mirato ma bisogna farlo con coerenza senza imputare determinate categorie commerciali, luoghi all’aperto, scuole, come i principali vettori di diffusione del virus. Il Covid 19 esiste, non ha orario, non ha luogo. L’ordinanza dell’inquilino di Palazzo Farnese rischia di avere un effetto opposto, di spostare il problema, di motivare le persone a muoversi da Castellammare di Stabia e fare acquisti nei centri commerciali limitrofi o nei negozi di altri paesi, senza tralasciare la concorrenza delle vendite on line.
Prima di parlare di chiusura anticipata bisogna pensare che ci sono gravose perdite economiche ancora in fase di recupero. L’abbigliamento ad esempio lo devi vendere nel momento giusto altrimenti “passa” e tra qualche mese non vendi più nulla di tutto quello che è stato ordinato oggi, nei negozi è stipata ancora la merce dell’anno 2020. Si sperava nei saldi per smaltire almeno la collezione autunno – inverno, reagire alla negatività e rialzarsi in piedi invece l’economia rimane in ginocchio. Una profonda crisi finanziaria che ha travolto oltre al commercio, il turismo, il manifatturiero che non da cenni di ripresa, pensare di anticipare la chiusura, vietare la passeggiata in villa, ecc…non sconfigge il virus semplicemente lo evita a discapito dell’economia locale.