Rivolta nel carcere di Avellino, detenuto in fin di vita: tra gli autori del pestaggio un 42enne di Sarno

Personale della Squadra Mobile della Questura di Avellino e del N.I.C.della Polizia Penitenziaria – Nucleo Investigativo Regionale per la Campania ha dato esecuzione all’Ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avellino, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 11 persone, ritenute gravemente indiziate, allo stato delle indagini e salvi gli ulteriori sviluppi processuali, in ordine al delitto di tentato omicidio aggravato dall’aver agito con crudeltà.

Si tratta dell’indagine avviata a seguito dei fatti occorsi il 22 ottobre 2024, presso la Casa Circondariale “A.Graziano” di Avellino, e relativi ad una rivolta dei detenuti all’interno della predetta struttura, culminati nel grave ferimento di un detenuto, trasportato all’Ospedale “G.

Moscati” di Avellino e ricoverato in prognosi riservata.Il complesso degli elementi ricavati dall’analisi e dall’elaborazione completa delle immagini acquisite presso il penitenziario irpino, dalle dichiarazioni rese, dal sequestro di corpi contundenti e delle altre cose pertinenti al reato, unitamente ad altri accertamenti tecnico-scientifici, ha consentito l’esatta identificazione dei partecipi alla brutale aggressione e una precisa scansione dell’escalation di violenza, conseguente alla contrapposizione tra due distinti gruppi criminali, impegnati a contendersi l’egemonia dei traffici delittuosi all’interno dell’Istituto.

La combinazione degli elementi raccolti ha consentito di ritenere per tutti gli indagati la grave piattaforma indiziaria, come descritta dal Pubblico Ministero nella domanda cautelare.L’ordinanza, eseguita questa mattina, applica la misura cautelare in carcere nei confronti di:

  1. C.

    S.F., di anni 20 di Avellino;

  2. O.

    N., di anni 36 della Nigeria;

  3. T.V., di anni 31 di Napoli;
  4. Z.

    R., di anni 30 di Campobasso;

  5. P.A., di anni 26 di Napoli;
  6. C.

    G., di anni 27 di Napoli;

  7. M.P., di anni 42 di Sarno (SA);
  8. P.

    V., di anni 40 di Salerno;

  9. G.L., di anni 38 di Napoli;
  10. B.

    L., di anni 42 di Cercola (NA);

  11. F.G., di anni 28 di Avellino.

Si aggiunge, infine, che, già nei giorni successivi il grave fatto di sangue, vennero effettuate perquisizioni straordinarie all’interno dell’Istituto penitenziario – ad opera della Polizia Penitenziaria ed in stretto coordinamento con gli inquirenti – a cui seguirono i trasferimenti dei detenuti ritenuti pericolosi in altre strutture penitenziarie anche di altre regioni.

Le indagini tempestivamente svolte e gli esiti finora conseguiti testimoniano l’elevato grado di attenzione che la Procura della Repubblica di Avellino ha da tempo rivolto alle condizioni di sicurezza e di legalità interne all’Istituto di pena irpino, nella consapevolezza che queste ultime rappresentano l’ineludibile presupposto per dare effettività ai percorsi di rieducazione e impedire alle organizzazioni criminali di estendere il loro pernicioso controllo in ambiti che, per definizione, dovrebbero esserne impermeabili.La famiglia di Paolo Piccolo, vittima della violenza tra bande rivali all’interno del carcere, lancia un appello disperato: “Vogliamo giustizia e verità su quanto accaduto a Paolo.

Vogliamo la testimonianza di chi era detenuto insieme a Paolo, perché lui conosce tutta la verità.Paolo non può parlare, poiché è ancora ricoverato in rianimazione da quasi cinque mesi e le sue condizioni restano gravi”.

 

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