Per la piccola Bianca (il nome è stato cambiato per proteggere l’identità della minore) si sono aperte le porte di una casa dove la logica di donare amore e attenzioni nasce dal profondo, da un senso di giustizia umana, da un dovere morale.Un anno di vita, figlia di una donna che spesso «sparisce» inghiottita dalle difficoltà che si presentano quando davanti hai un bambino diversamente abile. Bianca è stata abbandonata alla nascita perché disabile.Presa in carico dai servizi sociali, che le cercano una sistemazione, entra nella casa famiglia “Batuffoli di cotone“, gestita dalla cooperativa Rugiada a Castellammare di Stabia.
Oggi, il Tribunale di Napoli ha affidato la bimba a Matteo e Lucio, coppia omosessuale insieme da diversi anni, che vivono a Castellammare di Stabia.Per i due papà, l’arrivo della piccola è stato il culmine di un percorso attraverso un iter burocratico durato mesi, colloqui di idoneità con i servizi sociali, tanti passi fatti insieme, sempre uniti ma soprattutto consapevoli e determinati ad accogliere tra le loro braccia la bimba. Matteo e Lucio sono diventati genitori affidatari: accarezzeranno Bianca, tendendole una mano non per sempre, ma risponderanno alle sue necessità con un cuore colmo d’amore.

Bianca potrà essere adottata in futuro solo da uno dei membri della coppia, in base all’articolo 44 lettera c della legge (adozioni speciali per minori con disabilità).L’affido di minori alle coppie omosessuali è invece regolato dalla Legge 184/83: non è discriminante la cultura, il genere, la religione, la lingua, né lo stato civile dell’affidatario.
Eppure, in molte regioni italiane, questa stessa legge non è ancora applicata e, spesso, singoli e coppie omosessuali, pur essendo opportunamente formati sull’affido dai servizi sociali territoriali competenti, non sono poi chiamati a prendere in carica un minore. È un argomento che suscita da sempre dibattiti contrastanti.Da un punto di vista teorico, non esistono differenze tra coppie omosessuali ed eterosessuali; da qui discende il sacrosanto diritto delle coppie gay di adottare.
Ma l’asse del dibattito si sposta dal diritto dei genitori a quello del bambino.La domanda che in molti si pongono non è se sia giusto o meno che due omosessuali possano adottare, ma se quella coppia sia adatta o meno ad accogliere quel determinato bambino.
Esattamente come avviene oggi per gli sposi eterosessuali.Non è per forza il genere che definisce la figura paterna, ma il ruolo: è il genitore “normativo”, quello che dà le regole, mentre la figura materna è calda, “accuditiva”.
Nelle coppie omosessuali i ruoli sono più interscambiabili, ma anche nelle coppie eterosessuali esistono madri normative e padri materni.L’importante è sapere gestire entrambe le funzioni, perché i bambini hanno bisogno di questo.
Natasha Macri