Il nuovo anno scolastico è alle porte- La campanella suonerà il 13 settembre per gli studenti di Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto.Il ritorno sui banchi è accompagnato da temi critici: il rincaro del materiale scolastico, dei libri e a scelte non messe in conto dalle famiglie come l’acquisto della ” divisa”.
A Castellammare di Stabia sta facendo discutere la decisione da parte della dirigenza della Scuola B.Cecchi” di sostituire il grembiule con una tuta con il logo dell’istituto, uguale per tutti gli alunni: €4,50 per la T-shirt bianca, €10 per la polo a manica lunga bianca, €13 per la felpa con zip a maniche lunghe blu e €12 per il pantalone felpato blu.
Il costo dell’intero kit, è di 40euro, tutti a carico delle famiglie.Una spesa che va a moltiplicarsi se non a triplicarsi, nel caso in cui si hanno più figli che frequentano lo stesso istituto.
La scelta non è condivisa da gran parte delle famiglie che esprimono il loro dissenso sopratutto sui social all’indomani della pubblicazione dell’avviso affisso dalla scuola. “La divisa” non è prevista dall’ordinamento nazionale, sotto il profilo sociale e funzionale, il grembiule è la migliore soluzione.L’istituto e i suoi organi dovrebbe tener conto delle esigenze dei genitori, in tempi non decismente brilli per il portafoglio degli italiani.
La scuola invece tende a mungere le famiglie come mucche attraverso l’adozione di regolamenti spesso mascherati sotto mentite spoglie come ad esempio ” il contributo volontario”, una somma aggiuntiva alle tasse scolastiche che, al contrario, sono obbligatorie, con l’eccezione dei casi di esonero.