Lettere, Antonio Martone, accusato dell’omicidio del fratello, intercettato dice ” Solo io… o posso prendere il posto di Lupin”

Nella serata del 30 marzo nelle campagne di Lettere, in provincia di Napoli, viene ritrovato il cadavere di un uomo carbonizzato sotto a una tettoia. I carabinieri, intervenuti sul posto, risalgono all’identità dell’uomo grazie ai documenti trovati in un’auto parcheggiata poco distante, si tratta di Domenico Martone, 33 anni, operaio stagionale di Sant’Antonio Abate, ma residente con la famiglia nel comune di Angri. Qualche giorno dopo, il 12 Aprile, la svolta. A uccidere il 33enne era stato il fratello, Antonio Martone, 36 anni, cuoco imbarcato su navi da crociera. La conferma è arrivata dalle indagini avviate dagli inquirenti e dalle microspie istallate nell’auto del defunto, ritirata dal fratello il 31 marzo. Intercettazioni  dalle quali emerge come Antonio Martone si sentisse quasi sicuro di aver commesso un delitto perfetto, per intascare un premio assicurativo di 300 mila euro e scappare in Asia dalla compagna : “Sciuscià, sciuscià, l’ingegnere ingegna – dice – faccio arrestare tutti quanti! Se scampo anche questa, secondo me faccio la botta o mi ammazzo solo io… o posso prendere il posto di Lupin”. Antonio Martone avrebbe convinto il fratello a seguirlo in un terreno agricolo di proprietà, gli manda un messaggino sul cellulare, usando un numero che Domenico non conosce. Finge di essere una donna polacca che vuole incontrarlo e che porterà un’amica per fare compagnia al fratello. Arrivati sul posto invece il 33enne trova la morte. Il fratello lo avrebbe prima tramortito e poi cosparso di liquido infiammabile e in fine arso. L’autopsia rivelerà che l’uomo è stato bruciato mentre era ancora vivo, i polmoni infatti erano pieni di fumo. Il 36enne è stato trasferito nel carcere di Poggioreale, a Napoli, accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione per motivi abietti.