La funivia del Faito finisce in esposizione sul Lago Maggiore

Il Museo dei Trasporti Ogliari espone mezzi per la viabilità ferroviaria e stradale dal settecento al novecento. Ed è proprio qui, sulle rive del Lago Maggiore, a Ranco, in provincia di Varese, che è finita una delle due cabine della funivia del Faito, in servizio dal 1960 al 1988. E così, mentre il collegamento in funivia tra Castellammare e il monte Faito rischia anche quest’anno di saltare, c’è chi considera l’infrastruttura che collega mare e montagna in otto minuti degna di un museo. A segnalarlo sul web uno stabiese che da anni vive in Lombardia.

Michelangelo Gargiulo è stato al museo Ogliari, ha fotografato la cabina blu e ha inviato quelle immagini alla rivista online “Libero Ricercatore”. Ed è subito scattata la febbre della nostalgia, per quelle cabine bombate che per quasi trent’anni hanno trasportato migliaia di turisti. La cabina è finita in uno dei più importanti musei dedicati ai trasporti, fondato nel 1954 da Francesco Ogliari, scrittore e docente universitario di Storia dei trasporti scomparso alcuni anni fa. Il museo ripercorre ben duecento anni di storia dei trasporti, tra le quali una funicolare con il sistema a contrappeso d’acqua e una ferrovia eolica del 1858. “La notizia che una delle storiche “panarelle” della funivia del Faito sia esposta in un museo – spiega Antonio Marciano, vicecapogruppo regionale del Pd – rafforza la mia convinzione sulla necessità di salvaguardare e riaprire una delle infrastrutture più antiche e prestigiose della nostra regione. Non sembra tuttavia che la giunta regionale della Campania abbia la stessa consapevolezza. Da un lato, infatti – denuncia Marciano – ha stanziato dei fondi per l’adeguamento antisismico, anche sulla scorta di una serie di iniziative intraprese dal sottoscritto e dal Partito democratico; dall’altro ha però posto paletti sull’effettivo utilizzo di questa infrastruttura, avviando un discutibile e tortuoso percorso per la gestione della storica funivia. Qui in Campania, insomma, rischiamo di assistere alla chiusura degli impianti e alla fine di una importante storia che, altrove, viene esibita come traccia di un passato glorioso”. Nelle ultime settimane associazioni e operatori hanno raccolto le firme di alcune migliaia di cittadini per la riapertura della funivia del Faito e per impedire l’abbandono dell’intera area.

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(Antonio Ferrara, Napoli.Repubblica.it)

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