Gli adepti del boss Massimo Graziano sono stati traditi dal lusso ostentato.Tra i 28 indagati, destinatari delle misure cautelari della Procura di Salerno, figurano due direttori di filiali di banche a Salerno, un commercialista, un avvocato e l’ex poliziotto Francesco Bossoli.
La Ferrari Portofino guidata dall’ex servitore dello Stato, non passava inosservata per le strade di Sarno, un tenore di vita che non corrispondeva di fatto alle condizioni fiscali dichiarate dal Bossoli. Le indagini del Gico e del Nucleo di Polizia economica e finanziaria, agli ordini del colonnello Claudio Molinari e del maggiore Aldo Masciulli, hanno scoperto un vaso di pandora, che ha portato al blitz condotto dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Salerno che ha sgominato una banda dedita all’usura e alle estorsioni con base a Sarno (Salerno): 28 le persone destinatare delle misure cautelari, che faceva capo a Massimo Graziano, esponete del clan camorristico originario di Quindici, che era riuscito ad avere il controllo su una parte dell’economia dell’agro nocerino sarnese, della provincia dell’estremo nord di Napoli, con base a Sarno.Per gli inquirenti, Francesco Bussone, che ha prestato servizio presso la Squadra Mobile di Napoli, a Roma ai Servizi Segreti, dove ha collaborato con la Dda napoletana “all’estero e a livello intercontinentale all’abbattimento di fenomeni di organizzazioni delinquenziali e narcotraffico”, come si legge da un curriculum reperibile da fonti aperte, avrebbe favorito assunzioni fittizie di immigrati attraverso i decreti flussi, con particolare riferimento al click day del marzo 2023. È qualificato come ‘organizzatore dell’attività dei correi’: sarebbe stato lui a proporre le aziende compiacenti nelle quali far assorbire gli extracomunitari indicati da Massimo Graziano. Sono 506 le pratiche ritenute fasulle, inoltrate alle varie Prefetture “con il solo fine di far ottenere illecitamente il visto d’ingresso”.

Il profitto sarebbe stato di 5000 euro per ogni nulla osta.Oltre alle misure cautelari, le indagini del nucleo Pef della Guardia di Finanza di Salerno, coordinate dalla Dda guidata da Giuseppe Borrelli, hanno portato ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza. Il Gip, ha cautelato beni e valori per un importo superiore ad 1,4 milioni di euro.
Massimo Graziano, era a capo del gruppo con base operativa a Sarno. L’associazione avrebbe alimentato i suoi guadagni con l’usura e grazie ai profitti, attraverso società fittiziamente intestate a terzi, gli indagati sarebbero riusciti ad ottenere finanziamenti agevolati dalla garanzia dello Stato, utilizzati sia come provvista per l’elargizione di ulteriori prestiti usurari sia per l’acquisto di beni o altre utilità. Un commercialista e due direttori di banca si sarebbero prestati al gioco con delle consulenze mirate ad aiutare gli indagati. Servivano a dimostrare la solidità finanziaria delle aziende, condizione per ottenere indebitamente prestiti coperti dal Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese.
Ma le rate del prestito ricevuto non venivano onorate, provocando un danno economico allo Stato.E poi c’era la partita dell’immigrazione irregolare.
Si è giocata grazie a nove aziende compiacenti.Alcune erano controllate da Graziano e dai suoi familiari.Una, di Sarno, era rappresentata “da un soggetto usurato da Graziano”.
In tutto sono 47 le persone indagate di cui 12 in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 4 misure interdittive del divieto di esercitare attività professionali.I reati contestati a vario titolo sono: associazione per delinquere, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria estorsione, favoreggiamento, truffa ai danni dello Stato, turbata libertà degli incanti, trasferimento fraudolento di valori, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e reimpiego di denaro provento di reato, oltre ad illeciti in materia di contrasto all’immigrazione clandestina.
Soggetti destinatari della custodia cautelare in carcere
– Massimo Graziano, nato il 2 maggio 1972 a Sarno (SA)
– Michele De Vivo, nato il 3 maggio 1966 a Ottaviano (NA)
– Sabatino Gravinese, nato il 2 marzo 1969 a Stigliano (MT)
– Giuseppina Matera, nata il 3 gennaio 1968 a Montalbano Jonico (MT)
– Mario Fantasia, nato il 22 maggio 1978 a Policoro (MT)
– Gaetano Murano, nato il 1º gennaio 1966 a Sarno (SA)
– Francesco Bossone, nato il 21 dicembre 1964 a San Paolo Bel Sito (NA)
– Antonio Malzone, nato il 30 agosto 1985 a Scafati (SA)
– Salvatore Luigi Graziano, nato il 16 luglio 1993
– Maria Fistillo, nata il 23 gennaio 1988 a Moschiano (AV)
– Luca Rufino, nato il 20 maggio 1979 ad Avellino
Soggetti destinatari degli arresti domiciliari
– Antonio De Vivo, nato il 14 maggio 1991 a Ottaviano (NA)
– Arianna De Vivo, nata il 19 maggio 1994 a Ottaviano (NA)
– Antonio Mancuso, nato il 21 maggio 1987 a Sarno (SA)
– Sergio Piscopo, nato il 1º agosto 1969 a Torre del Greco (NA)
– Giovanni Vorraro, nato il 10 novembre 1964 a Poggiomarino (NA)
– Giovanni Prisco, nato il 4 giugno 1974 a Sarno (SA)
– Tommaso Pappacena, nato il 13 giugno 1957 a Sarno (SA)
– Rosario Di Domenico, nato il 1º dicembre 1982 a Salerno
– Gennaro Pascale, nato il 3 settembre 1967 a Napoli
– Salvatore Ventimiglia, nato il 14 febbraio 1989 a Napoli
– Michele La Marca, nato il 17 novembre 1989 a Nola (NA)
– Roberto Faravolo, nato il 19 maggio 1974 a San Giuseppe Vesuviano (NA)
Soggetti destinatari della misura interdittiva
– Rubina Pignataro, nata il 17 settembre 1976 a Nocera Inferiore (SA) – divieto di esercitare attività per 9 mesi
– Angelo Prisco, nato l’8 dicembre 1993 a Sarno (SA) – divieto di esercitare attività per 8 mesi
– Pasquale Nunziata, nato il 10 novembre 1999 a Sarno (SA) – divieto di esercitare attività per 10 mesi
– Salvatore Amodio, nato il 4 giugno 1976 a Salerno – divieto di esercitare attività per 12 mesi