Castellammare di Stabia, chalet abusivo in via Brin: il Comune ordina la chiusura

In principio era un’abitazione.Nel tempo, si è trasformata in una vera e propria struttura con ristorante fisso. Siamo a Castellammare di Stabia, in via Brin, finito sotto la doppia lente della giustizia lo chalet Laura: penale da un lato, amministrativa dall’altro.Verifiche amministrative e giuridiche hanno evidenziato irregolarità urbanistiche e fiscali.

ll Comune ora ordina la chiusura immediata dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande.Il provvedimento arriva dopo una lunga serie di verifiche amministrative e giuridiche che hanno evidenziato irregolarità urbanistiche e fiscali.

L’atto firmato dal Dirigente dell’area urbanistica e dal responsabile del servizio Suap evidenzia una serie di violazioni che hanno portato all’inefficacia della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.) per subingresso e ampliamento della struttura.

Le problematiche riscontrate includono: mancata presentazione del certificato di agibilità per le strutture destinate alla somministrazione; irregolarità tributarie relative all’occupazione del suolo pubblico; difformità edilizie riscontrate dal Settore Urbanistica, con abusi strutturali che hanno comportato una trasformazione non autorizzata degli immobili.

La vicenda ha avuto anche un risvolto giuridico: la titolare dell’attività ha presentato ricorso al TAR Campania contro i provvedimenti di chiusura.Il TAR ha respinto alcune istanze e accolto solo parzialmente le censure relative al cambio di destinazione d’uso dei locali.

Tuttavia, il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 2154 del 17/03/2025, ha confermato la legittimità della decisione del Comune, sancendo definitivamente la chiusura dello chalet.

L’ordinanza stabilisce il divieto assoluto di prosecuzione dell’attività per lo chalet.

Inoltre, viene dichiarata irricevibile e improcedibile l’istanza di rinnovo del permesso per l’occupazione del suolo pubblico, confermando la necessità di rimuovere le strutture esterne abusive. Gli interessati hanno la possibilità di presentare un ulteriore ricorso al TAR entro 60 giorni o, in alternativa, un ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni.

 

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