Un box in legno, danneggiato e gettato in mare.Questa sarebbe stata la punizione inflitta da un gruppo di persone a una delle presunte vittime di estorsione del clan Fasono.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che potrebbero risalire agli autori grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza presente in zona.La vendetta sarebbe scattata dopo gli arresti avvenuti all’alba di ieri, durante un’operazione anticamorra contro il clan dei Fasano dell’Acqua della Madonna a Castellammare di Stabia.

Cinque persone sono finite in carcere, accusate di estorsione, minacce e detenzione di armi.Decine di carabinieri della locale compagnia, insieme a quelli del comando provinciale di Napoli, hanno cinto d’assedio la palazzina di via Brin, dove da anni risiede la famiglia Fontana, meglio conosciuta come i Fasano.
Gli arrestati, che dovranno rispondere del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, sono: Mauro, Francesco, Alfonso e Ciro Fontana e Cristina Schiavone, parenti del giovane Alfonso Fontana, ucciso a febbraio del 2024 nei pressi del tribunale di Torre Annunziata durante un agguato.Le indagini, coordinate dalla DDA di Napoli, hanno portato alla luce un giro di estorsioni che i Fasano, da sempre antagonisti del clan D’Alessandro, avevano messo in piedi ai danni di commercianti e imprenditori.
Secondo l’accusa, il clan si sarebbe spesso appropriato degli incassi delle attività.I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata e della compagnia di Castellammare di Stabia hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea (sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta), a seguito di indagini condotte anche tramite intercettazioni telefoniche e ambientali.
Gli indagati potranno difendersi dalle gravi accuse durante gli interrogatori fissati per domani.