Sarno, scuole e allerta meteo Forza Italia contro la chiusura: la nota del Capogruppo Giuseppe Agovino

La chiusura delle scuole in conseguenza di ogni allerta meteo arancione diramata dalla Protezione Civile, sembra che inizi a scaldare gli animi di Palazzo San Francesco.Ormai è un dato di fatto che, in previsioni non sempre certe, di avverse condizioni climatiche, il Sindaco Giuseppe Canfora, emana un’ordinanza di chiusura degli istituti su tutto il territorio comunale.

Da settembre ad oggi, 20 gennaio 2023, le aule sono rimaste vuote per nove giorni, causa allerta meteo, con tutte le conseguenze del caso, in primis un rallentamento notevole delle attività scolastiche.

Sulla questione è intervenuto il Capogruppo di Fratelli ‘Italia del Comune di Sarno Giuseppe Agovino :” Sono anni che questo modo di fare non cambia di una virgola.
Va bene non volersi assumere responsabilità gratuitamente, ma un amministratore è tale quando riesce a programmare e pianificare.
La questione dell’allerta meteo e delle chiusure si sta rilevando un onere sociale per le famiglie: chiudere le scuole, così tante volte, mette in seria difficoltà i genitori che sono costretti a ricorrere ad ulteriori spese ed ad un conflitto tra famiglia e lavoro.
Inoltre, siamo ormai davanti all’evidenza che queste chiusure possono danneggiare la formazione dei ragazzi che perdono giorni di scuola e non hanno un calendario di recupero delle ore perse.
Ovviamente non voglio sottovalutare il pericolo potenziale, né chiedere al Sindaco, di assumersi delle responsabilità gratuitamente, ma quanto meno di affrontare il problema in maniera costruttiva e possibilmente risolutiva Si.
Programmare significa, sfruttare il Pnrr, qualora possibile, per adeguare e mettere in sicurezza le scuole e le strade.
Sarebbe necessario un coordinamento provinciale, regionale, con la partecipazione della protezione civile che consenta di operare in modo sinergico e strategico per evitare azioni isolate da parte dei comuni.
Bisogna elaborare piani traffico alternativi per le emergenze, mappare gli istituti e classificarli per categorie di rischio e non chiudere a prescindere…
Non so se queste ed altre proposte possono essere utili… ma il problema va affrontato e non più rimandato”.

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