Il governo Meloni non cancellerà il reddito di cittadinanza ma, come già annunciato più volte, la misura verrà rinnovata con qualche novità. L’intenzione è quella di mantenere il sostegno economico per i soggetti che non sono nella condizione di lavorare – pensionati in difficoltà, invalidi, chi non ha reddito e chi ha figli minori di cui farsi carico – andandone invece a modificare l’impostazione per chi è in grado di lavorare, Il reddito di cittadinanza non finirà il 31 dicembre di quest’anno“, ha detto il viceministro al Lavoro Claudio Durigon (in foto), “ma qualcosa si può progettare fin da subito”. A breve si apriranno dunque discussioni “con il ministro di riferimento, Calderone, e anche con la coalizione. Credo che ci sia un’unione di intenti”.
Il viceministro non nasconde che tra le fila della maggioranza ci sarebbe “chi è più drastico” sul reddito di cittadinanza, ma in generale la convinzione è che “la povertà sia un elemento importante in questa fase”, ha aggiunto Durigon parlando ai microfoni di Radio 24. Ci sono già “idee precise”, spiega Durigon, su come intervenire per limitare il reddito, con l’obbligo dell’offerta congrua: “Se non si accetta, a casa già la prima volta“. Secondo gli ultimi dati resi disponibili da Anpal, relativi allo scorso giugno, sarebbero 660mila i beneficiari del reddito “occupabili”. Al momento la normativa prevede un meccanismo di décalage dell’assegno dopo il primo rifiuto. Per far decollare il sistema, pensano in molti tra le file del governo, è necessario innanzitutto potenziare il sistema dei centri per l’impiego e lavorare per fare incontrare domanda e offerta. Sarà “determinante”, dice Durigon, la collaborazione con il mondo del lavoro privato, tra cui le agenzie interinali, per dare una risposta ai nodi sul reddito. Subito sulle barricate il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte. “Il reddito di cittadinanza è in discussione? Sarebbe un grave errore… Cosa significa dire ‘vogliamo modificare il reddito di cittadinanza solo per quel terzo dei percettori idonei al lavoro’ ?”, si è chiesto Conte intervistato a Dritto e Rovescio. “Il lavoro non c’è, e non è certo Meloni che lo sta creando in questo momento occupandosi di reati da Stato di polizia: se il reddito di cittadinanza non c’è, avremo un problema in più, avremo una famiglia che non riesce ad arrivare a fine mese. Stiamo parlando di indigenti. Dobbiamo smetterla di pensare che ci sono dei furbetti che sono meno dell’1%”, ha detto Conte. Intanto, critica l’attuale quadro di riferimento per il reddito il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulé. “I navigator hanno fallito, hanno provocato uno spreco di denaro pubblico senza produrre gli effetti per cui sono stati creati, quindi devono essere fermati e ripensati”, ha detto, “Se avessero funzionato” – continua Mulé – “non ci troveremmo oggi di fronte a 350mila offerte di lavoro vacanti da parte delle imprese, che sono così costrette a cercare autonomamente sul mercato quel personale che non sono riuscite a trovare presso i Centri per l’impiego”.Mulè ha precisato che “nessuno vuole togliere con un colpo di mano il reddito di cittadinanza, soprattutto ai poveri e a coloro che sono realmente inabili al lavoro. Ma è un sistema che va modificato e rimodulato in profondità, così come devono essere rimodulati i parametri Isee, perché gli attuali alterano la reale situazione economica delle famiglie, danneggiandole”

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