C.mare di Stabia, addio cucine nelle scuole i pasti preparati all’esterno

A Castellammare di Stabia nelle scuole chiude la cucina comunale. Ai bambini saranno serviti pasti preparati da privati. Il servizio di pubblica utilità sarà fornito da un’impresa di Ercolano, ma i cibi già pronti arriveranno da Napoli. La decisione di esternalizzare è stato uno smacco inatteso per le famiglie, che hanno organizzato una raccolta firme da presentare ai commissari prefettizi, guidati dal prefetto Raffaele Cannizzaro. Contraria alla scelta anche la Cgil che ha inviato una nota al comune nella quale si legge: “In base a notizie circolate tra le lavoratrici e i lavoratori addetti alla refezione scolastica, diffuse dalla parte datoriale e riferiteci dalle stesse lavoratrici nell’ambito di un’assemblea urgente svoltasi nella giornata di martedì 3 maggio presso la Camera del Lavoro, ci risulta che sia intenzione del Comune procedere a una riformulazione organizzativa del servizio di refezione scolastica. Tale riformulazione prevederebbe, tra le altre cose, la chiusura delle cucine presso gli istituti scolastici, e addirittura la preparazione dei pasti presso cucine dislocate a Napoli; pasti che verrebbero poi trasportati da Napoli a Castellammare e serviti nelle scuole di Castellammare. La notizia, se fondata, ci lascerebbe alquanto perplessi circa le ragioni e le valutazioni che avrebbero potuto condurre a una simile decisione.

A prescindere dalle valutazioni in merito all’azienda cui affidare il servizio, che devono essere legate prioritariamente all’offerta e al rispetto delle caratteristiche di trasparenza e legalità dell’azienda stessa, riteniamo che ci siano però dei criteri e dei principi cui non si possa in alcun caso derogare: il rispetto dei diritti di lavoratrici e lavoratori, la legalità e la trasparenza lungo tutto il processo, e la qualità del servizio erogato a bambini e famiglie.

Si legge nel testo a firma del segretario Gianluca Torelli: “Sulla scuola non si può fare economia, soprattutto se significa far abbassare il livello del servizio.

Non possiamo permettercelo, specie in un territorio come il nostro, schiacciato dalla presenza criminale, contro cui la scuola è il primo presidio e baluardo. Ci preme inoltre sottolineare come anche la qualità del cibo, e dell’alimentazione, abbiano un contenuto di natura didattica non secondario, che si lega sia all’educazione alla salute sia a una più generale formazione al consumo responsabile e alla scelta di cibi sani e di qualità. Tutte cose su cui, anche qui, non si può pensare di fare economia.

In definitiva, ci preme evidenziare che, a prescindere da qualunque riorganizzazione in atto o futura del servizio di refezione, riteniamo sia essenziale che il cibo per le alunne e gli alunni di Castellammare continui a essere cucinato e preparato a Castellammare, e questo per dare un segnale chiaro alle famiglie, ai cittadini, al territorio: che lo Stato ha a cuore la salute e il benessere dei propri cittadini, e che su scuola, infanzia e salute non si fa economia”.

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