Le immagini dei rifiuti nel Rio Palazzo, hanno suscitano molta indignazione. Debellare l’inciviltà, sotto qualsiasi forma essa si presenta, è una missione senza tempo. Nel letto del corso d’acqua c’è di tutto, ma l’attenzione di qualche frequentatore del posto si è soffermata sui patti. L’acqua è da sempre l’elemento protagonista di diverse pratiche catartiche, abluzioni rituali per la purificazione dello spirito e del corpo. Riti, credenze popolari, collocano l’uso del piatto a una pratica che sarebbe ancora diffusa nel nostro contesto socioculturale: la fattura. Un rituale magico o
occulto, malefica richiesta, fatta con il solo fine di creare sofferenza sulla persona colpita, affinché questa non possa fare a meno di stare vicino a un’altra persona indicata nel rituale o viceversa per avvicinarla. Formule contro energie positive, negative, scritte in circolo sul piatto bianco poi cancellate con acqua e vino, accompagnate da una foto della persona oggetto della fattura, completano il rito. Pratiche magiche infarcite con lo scopo di esorcizzare l’amore, lontane dagli antichi rimedi della nonna contro i malanni, quando la magia ” popolare” usava il piatto pieno di acqua e olio per uno dei rimedi più antichi: togliere l’”occhiatura”, quel malocchio, generato da sguardi o commenti dettati da invidia, alla base di uno stato di malessere, quale mal di testa fortissimi e nausee.