Una scia luminosa, chiaramente visibile nel cielo di Roma. Così appare il secondo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B, in caduta incontrollata sulla Terra, fotografato questa mattina all’alba dall’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del progetto Virtual Telescope, in un’immagine che combina dieci frame da otto secondi, creando appunto l’effetto scia. “Abbiamo osservato il corpo del razzo da Roma – scrive lo scienziato – e lo abbiamo visto ad occhio nudo, chiaramente lampeggiante perché sta roteando su se stesso”. La luminosità del corpo del razzo, spiega ancora Masi, “variava rapidamente, e potevo facilmente vederlo lampeggiare con i miei occhi. La nostra ipotesi dall’immagine è che il corpo lampeggia ogni 2,5 secondi circa”. In Italia le regioni in allerta sarebbero dieci: Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Il rientro incontrollato previsto per le ore 2.24 del 9 maggio, con una finestra temporale di incertezza di sei ore.
L’Asi (Agenzia Spaziale Italiana),che siede al tavolo tecnico, insieme con un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa – Coi, dell’Aeronautica Militare – Isoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni, sottolinea che “i sistemi di monitoraggio nazionale stanno ovviamente seguendo l’orbita di caduta ma al momento la finestra temporale è ancora troppo ampia – stimata ad ora tra le 20.30 di questa sera e le 8.30 di domani 9 maggio, con come punto centrale orario le 2.24 del mattino – e quindi bisogna ancora aspettare”. La Protezione civile della Regione Campania ha intanto disposto l’attivazione della Sala operativa regionale per il rischio rappresentato dal rientro incontrollato in atmosfera del razzo cinese e ha emesso un avviso di attenzione DALLE ORE 00.00 DI DOMANI DOMENICA 09 MAGGIO 2021, per: RISCHIO IMPATTO DI FRAMMENTI PER RIENTRO INCONTROLLATO IN ATMOSFERA DEL VETTORE PRC CZ5B.

“È poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti”, spiega la Protezione civile, che consiglia “di stare lontani dalle finestre e porte vetrate”. Sono inoltre “più sicuri i piani più bassi degli edifici” perché “i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone”. “All’interno degli edifici – continua la Protezione civile – i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti”.
Secondo la Protezione civile “è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto”, e “alcuni di grandi dimensioni potrebbero resistere all’impatto. Si consiglia, in linea generale, a chiunque avvistasse un frammento di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti”.