Quando si dice: “Si na Gallett e Castellammar”

 Il biscotto di Castellammare vede la sua origine nel lontano 1848. Tutt’ora in produzione nei biscottifici locali, vengono venduti oltre che nei comuni negozi anche da venditori ambulanti sopratutto in estate sulle spiagge di altre regioni italiane e nei pressi dei caselli autostradali. Questi, per attirare l’attenzione dei compratori, solitamente usano l’espressione dialettale ” Accattav a Gallett e Castellammar”. Ebbene questo dolcetto, chiamato “Galletta”, nei secoli passati era solito esser mangiato dai marinai durante la navigazione. Per la sua consistenza e il sapore insipido, la galletta veniva immersa nell’acqua di mare cosi’ da renderla morbida e salata. I tempi per ammorbidirsi risultavano lunghi, da qui l’accostamento di questo “difetto” a una persona avara con il famoso detto “Si na Gallett e Castellammar” che sta’ per persona avara non prodiga allo spendere e a donare ciò che ha praticamente mai. Le ricette in uso oggi per prepararle sono diverse; come pure la forma che in origine li vuole come piccoli filoncini ricoperti di zucchero o sferiche, ma chiacchiere di anziani locali dicono che l’artefice della ricetta madre non rivelò mai gli ingredienti usati neanche dopo la sua morte.

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