ARMA CARABINIERI 200 ANNI AL SERVIZIO DEL PAESE

  • , L’Arma  dei Carabinieri ha festeggiato il  bicentenario  dalla sua   fondazione, con un programma ricco di avvenimenti che si andava ad  iniziare con le deposizioni della corona   d’Alloro al Sacrario dei  Caduti, posto all’interno del Museo Storico dell’Arma; nonché, all’Altare della Patria alla tomba del  Milite Ignoto.  In prosecuzione, si  muoveva ad  ammirare     il monumento celebrativo  inaugurato  il 22 maggio, ”La Pattuglia nella tormenta”, posto  nei giardini di S. Andrea al Quirinale.-   Dopodiché avveniva la   consegna da parte del Presidente della Repubblica della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia alla Bandiera di Guerra dell’Arma   . – Alle ore 18,00, nella bellissima cornice di Piazza di  Siena avveniva   il     Carosello Storico  del 4° Reggimento  Carabinieri a cavallo   che riporta alla memoria la carica di Pastrengo  . –    Il  giorno  successivo, in Piazza San Pietro,   Santa Messa    celebrata   dall’Arcivescovo  Mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia,    in presenza di  oltre 50 mila persone e le principali autorità  tra cui il Ministro della Difesa, Roberta Pinetti  e il Comandante Generale dell’Arma, generale Leonardo Gallitelli.- Successivamente   aveva luogo la Benedizione Apostolica di sua  Santità  di   Papa Francesco  a tutti i presenti   senza esimersi  ad     elogiare  l’Arma, definendola  “Carabinieri della Gente”    .   – L’avvenimento andava a concludersi  in Piazza del Popolo  con   la  Banda dell’Arma, la quale  si  esibiva  in un  concerto ricco  di repertorio, riscuotendo un grande successo tra  gli  intervenuti  . – Era  il 13 luglio del 1814,  quando  Vittorio Emanuele 1°  di Savoia,   Conte  del Piemonte, Aosta  e  Re di Sardegna, decise a Torino, di fondare   un Corpo di Polizia Militare e Civile, su modello della Gendarmeria  Francese.- Dopo essersi consultato con gli Ufficiali del suo impero,  determinarono  di  creare  il Corpo dei  Carabinieri Reali  per contrastare la criminalità vivente nel Regno e da eventuali attacchi  di   avversari  esistenti   fuori  dal reame.- I Militari da  reclutare   venivano presi  dalla     truppa     dell’‘Esercito Piemontese già disponibile,  i quali dovevano avere  i   requisiti  di buona condotta  e  con particolari    attitudini al  servizio a cui erano destinati a compiere. Il nome Carabinieri, fu   attribuito  perché erano stati  muniti di carabina mod. 1814,  armi leggere e maneggevoli per quell’epoca, munito di  baionetta in grado di  fronteggiare un combattimento  accostato. – Al loro Comando, fu   posto  il generale d’Armata Giuseppe Thaon di Revel di Sant’Andrea.- Il primo caduto del Corpo dei Carabinieri avvenne il 23 aprile 1815, a Vernate  in provincia di Cuneo. Dal carcere cittadino, erano evasi 9 detenuti,  I  Carabinieri  messosi alla ricerca, riuscirono ad individuarli  ed   ordinavano  loro  di  arrendersi, questi  invece di ubbidire all’ordine,   fecero fuoco.-  Purtroppo durante il conflitto,   rimase  vittima  il carabiniere  Giovanni Boccaccio.- Il Battesimo del fuoco  avvenne a Grenoble (Alpi francesi) il 6 luglio del 1815, agli ordini del luogotenente  Michele Taffini  d’Acceglio, contro le Armate di Napoleone  il quale iniziava ad invadere  la Savoia  con le sue truppe. – Solo con la carica dello squadrone dei Carabinieri,  si riuscì  a far ripiegare i francesi.- Nel 1834, la prima medaglia d’oro al valor militare, fu quella del carabiniere Giovanni  Battisti  Scapaccino che viene ucciso da  dissidenti  repubblicani italiani a Les Escelles (Alta Savoia) perchè si rifiutava, dopo essere stato preso  prigioniere dai  ribelli, di rinnegare il giuramento fatto al  Re. – il 30 aprile 1848, a Pastrengo  (VA) I Carabinieri, comandati dal  maggiore Conte di Saint-Front, durante la 1^ guerra d’Indipendenza, in  uno scontro con gli Austriaci, salvò  la vita al Re Carlo Alberto di Savoia, con una foltissima  carica  di  reparti a cavallo    riuscì   a  metterli  in  fuga   cambiando le sorti della battaglia.- La ’1^  e la 2^ guerra d’Indipendenza  del  1848 e  del  1859   furono i primi due anni  decisivi  per l’Italia  a   farne uno Stato unico. Nel  1861, finita la 3^  guerra d’Indipendenza.- l’Italia si era formata  e,  i Carabinieri  vennero subito posizionati   sul territorio  arruolando    parte dei  reperibili  della Polizia locale  con lo scopo di   evitare l’impressione   di un’occupazione straniera. – Dando forma   a  una    struttura territoriale, sull’intera penisola   uguale  a quella del nostro tempo .  -Inoltre  partecipano a tutte le guerre con compiti  di Polizia Militare  e  di intelligence,   svolgendo anche  servizio di    Ordine Pubblico  . – Nel  1861, a Italia unificata,  il Corpo dei Carabinieri divenne: Arma dei Carabinieri Reali,  e la prima Arma dell’esercito . –  Nel 1862 nacque la Banda dell’Arma dei Carabinieri  Reali. – Nel  1864  l’On.  Soldi, conia l’appellativo di “Benemerita “. –   Nel  1870 venne istituito il Reparto dei Carabinieri Guardie del Re  e Nel 1946,  con la nascita della Repubblica divennero Carabinieri Guardie del Presidente.   –  Il 20 settembre 1870 ,i Carabinieri sono al  fianco dei Bersaglieri nella presa di Roma  a Porta Pia. – Nel 1908, a seguito del terremoto di Messina, per la sua opera di soccorso, l’Arma fu  riconosciuta come la:   “Benemerita”  confermando l’appellativo già coniata  dall’On. Soldi.- il  18 e 19 luglio 1915, con la carica sul monte Podgora (GO)   contro gli Austriaci I Carabinieri per il loro coraggio di affrontare il nemico, furono decorati di     medaglia  d’Oro.- L’Arma dimostrò la sua saldezza, la sua disciplina e la sua affidabilità in speciale modo dopo la  sconfitta  del 24 ottobre 1917 che  fece crollare l’intero fronte  di Caporetto (Slovenia), comandati dal generale Badoglio, tra le truppe si  creò  uno sbandamento e i reparti si disperdevano  non avendo  un capo a cui fare riferimento.  I  Carabinieri  tennero duro e furono lo strumento che permise allo Stato Maggiore Italiano di riportare la disciplina nell’Esercito.  Mussolini  diffidava dei Carabinieri  perché questi avevano giurato fedeltà al Re. E’ questo giuramento  durava da oltre un secolo, perciò,  almeno formalmente, aveva  rispetto per  loro.   Comunque  durante il suo mandato creò  la    Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, una vera e propria Polizia Politica, che  si infiltrò    con degli adepti  all’interno del Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza, per realizzare una valida  vigilanza sui Carabinieri   che aveva  a suo  vantaggio  una  fortissima e capillare presenza sul territorio.  In quegli anni  si verificarono   due fatti simbolici: nel 1929 fu composta la  marcia “La Fedelissima”. –   Nel 1933  i carabinieri ebbero il   motto  araldico da Vittorio Emanuele 3° “Nei Secoli Fedele”, già coniato nel 1914, per il   primo centenario dei Carabinieri,  dal capitano Cenisio  MUSI. – In   quel periodo, l’Arma  continuava  la  sua  battaglia nel controllo del territorio ,  contro il brigantaggio e la mafia che purtroppo evincevano in particolar modo in Sicilia,  da costringere il governo   a mandare  il  Prefetto Mori, per abbatterla   –  Nel 1935 viene coniato  lo Stemma Araldico del’Arma,  con le caratteristiche che sono rimaste immutate di significato nel tempo . –  21 novembre 1941 , la battaglia di Culqualber /Abissinia (attuale Etiopia) il 1º Gruppo mobilitato dei Carabinieri si  sacrifica contro gli Inglesi , da  meritarsi  l’onore delle armi ,a battaglia ultimata  da parte del nemico . – A ricordo del loro comportamento,  alla Bandiera dell’Arma  viene  concessa una  medaglia d’Oro al Valor Militare. –

   Le sorti del regime fascista precipitarono quando gli Alleati sbarcarono in Sicilia,  il 10  luglio 1943. Tra il   24 ed il 25, Benito Mussolini   messo in minoranza  fu  costretto a presentare le dimissioni al Re. Sicuro di riavere immediatamente la piena fiducia del Sovrano, il 25 luglio Mussolini chiese ed ottiene udienza da Vittorio Emanuele III. La cortesia piemontese del Re si risolse in un “per il momento non abbiamo bisogno di lei”. Fuori dal Quirinale, i Carabinieri stavano aspettando il Duce del Fascismo. Lo arrestarono e lo tradussero  in un albergo   di Campo Imperatore, Sul Gran Sasso, il suo luogo di custodia. Per poi  fuggire con l’aiuto  dei  Tedeschi il 12 settembre 1943.- La parte più difficile per gli Italiani doveva ancora venire. L’8 settembre 1943 fu dato l’annuncio dell’armistizio con gli Alleati. Il Re ed il suo seguito si erano già allontanati da Roma, temendo gravi ritorsioni da parte dei Tedeschi.

Le Forze Armate Italiane, completamente ignare di ogni iniziativa del genere, furono lasciate a se stesse, senza   disposizioni precise. –  Solo a Porta San Paolo (Roma) i Carabinieri del battaglione Allievi insieme ai Granatieri difesero  le posizioni, per salvare dall’invasione Tedesche la città.- I Carabinieri capirono immediatamente da quale parte stare: innanzi tutto dalla parte del popolo italiano. Fu questo il sentimento che, in quei giorni disgraziati, mosse il Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto ad immolarsi per salvare dalla fucilazione nazista 22 persone innocenti. Molti Carabinieri si diedero alla macchia e divennero comandanti e gregari fondamentali della Resistenza Italiana. Anche i Carabinieri di Fiesole (FI): Marandola, La Rocca e Sbarretti dietro la veste istituzionale erano Partigiani. Alla notizia che 10 persone sarebbero morte per la loro attività antinazista, essi si presentarono ai Nazisti ed immolarono la loro vita alla fucilazione, pur di salvare quella degli altri. Un ricordo va anche al carabiniere Filippo Bonavitacola, il quale, scappa dal campo di prigionia di Branovo, (Slovacchia) per combattere insieme ai partigiani slovacchi.

Ripreso, viene fucilato l’08/12 /1944 innanzi ad altri prigionieri perché serve da monito. Nel momento della  fucilazione, si avvicinava un Ufficiale tedesco per bendarlo e staccargli gli alamari dalla giubba. Ma non riuscì nel suo intendo, il condannato riuscì a dare un pugno al nazista, facendolo cadere per terra e, scoprendosi il torso gridava: Sparate pure non temo la morte. Dopo la    liberazione di Mussolini dal Gran Sasso, nell’Italia ancora occupata dai nazisti fu istituita la Repubblica Sociale Italia, con sede a Salò, sul lago di Garda. Mussolini era il capo di questa Repubblica che era retta dalle truppe di occupazione naziste. Quindi la penisola era divisa in due, perchè da sud risaliva il fronte di guerra. La rete territoriale dell’Arma nella Repubblica di Salò tenne le posizioni ma dimostrò sempre diffidenza, distacco, resistenza passiva ai repubblichini ed ai nazisti. In molti casi, la struttura divenne copertura di attività della resistenza.
Questa presa di posizione dell’Arma, dal nord al sud della penisola, ebbe una grande valenza nell’ambito della lotta partigiana. La guerra in Italia finì il 25 aprile 1945. Mussolini    arrestato    dai partigiani  veniva  fucilato a Dongo, nei pressi di Como.A  seguito di tali vicissitudini l’Arma dei   Carabinieri si riorganizzò  e per far   fronte alle nuove emergenze  provvidero a rinforzare  la struttura territoriale e quella mobile.-  I battaglioni mobili, sciolti nel 1923, furono ricostituiti. C’era qualcuno che ventilava lo scioglimento dell’Arma, con l’accusa di essere un’istituzione filo monarchica, ed invece con il referendum  del 2 giugno 1946, il popolo espresse   che i  Carabinieri erano: “figli del popolo al servizio del popolo”. E  l’Italia scelse la sua nuova forma di Stato: la Repubblica Italiana. Il Re Umberto II di Savoia, il giorno 13 giugno lasciò il Paese per l’esilio, non prima di aver sciolto l’Arma dal giuramento di fedeltà al Re. e I Carabinieri Reali, vennero rinominati:  “Arma dei Carabinieri”  e  la prima Arma dell’Esercito.- 
L’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII, accogliendo l’istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza  della ricorrenza della battaglia di Culqualber. Nell’assolvimento dei suoi compiti di Polizia, l’Arma dei Carabinieri continuò ad affrontare i problemi del quotidiano e le varie emergenze che man mano attanagliavano il Paese. La prima di queste situazioni scottanti fu il separatismo siciliano che scelse come suo simbolo il bandito Salvatore Giuliano. In quella vicenda c’erano implicazioni del banditismo, della mafia e del movimento secessionista in senso stretto.

La strage di Portella della Ginestra, 1 maggio 1947, fu la più cruenta degli atti di questo bandito.- Innumerevoli i Carabinieri uccisi da ripetuti  attacchi contro le  caserme e contro le  pattuglie. Solo nel 1949, dopo quattro anni di sangue, il nuovo governo De Gasperi prese di petto il problema e fece istituire un’unità per debellare il fenomeno. Il Corpo Forze Repressione Banditismo (così si chiamava questa unità interforze tra Carabinieri e Pubblica Sicurezza) era Comandato dal colonnello dei  carabinieri, Ugo Luca e in meno di un anno inflisse decisivi colpi alla banda Giuliano. – Giuliano fu ucciso nel 1950 dal cugino, Gaspare Pisciotta che aveva ricevuto presumibilmente  mandato, da importanti  politici siciliani mafiosi . – In  questi ultimi  60 anni ha visto l’Arma impegnati su  vari fronti alla  lotta alla criminalità  diffusa, al  terrorismo nell’Alto  Adige degli anni ’60,  al terrorismo eversivo degli anni ’70 ed ’80, la Mafia Siciliana, la Camorra Napoletana, la ‘Ndrangheta Calabrese degli anni ’80 e ’90, alla Sacra Corona Unita  in Puglia.-  A  Roma            La Banda della Magliana, il terrorismo internazionale negli ultimi anni ’90 e negli anni iniziali di questo nuovo secolo. In questa lotta, l’Arma ha profuso un impegno immenso, ha costituito reparti appositamente dedicati: dal Nucleo Antiterrorismo dei Carabinieri (fondato nel 1974) al Raggruppamento Operativo Speciale (fondato nel 1990), ha subito attentato sanguinosi contro le caserme, ha lasciato uomini sul campo ma è stata sempre determinante. Ha arrestato i capi delle Brigate Rosse (R. Curcio e A. Franceschini), ha arrestato il capo della Nuova Camorra Organizzata (R. Cutolo) ed il capo di Cosa Nostra (T. Riina). In questo quadro, vale la pena di citare un personaggio che è stato simbolo della lotta all’eversione ed alla criminalità mafiosa: il generale  Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla cupola mafiosa nel 1982 a Palermo, dove era stato nominato Prefetto della Repubblica. Fu lui ad ottenere il pentimento e la collaborazione di Patrizio  Peci, terrorista delle Brigate Rosse, lottava  la mafia, con decisivi risultati. Fu sull’onda emotiva del suo clamoroso omicidio (avvenuti appena 100 giorni dopo il suo arrivo a Palermo in veste di Prefetto) che venne approvata la legge Rognoni – La Torre (da tempo ristagnante in Parlamento) che, con l’introduzione dell’art. 416 bis al Codice Penale.- l’impegno in missioni all’estero, con funzioni di Polizia Militare  Internazionale e peace-keeping, anche nell’ambito di mandati  dell’O.N.U. e  N.A.T.O. L’Arma è l’istituzione militare che  ha partecipato e partecipa  nelle missioni estere, partenti sempre per prima. Tra queste vanno ricordata  quella del  1855 in Crimea, la prima missione dei Carabinieri all’estero e, quella del 1872 in  Eritrea  e di quelle   in atto in questi ultimi anni: in Libano, in  Somalia, in Bosnia, in Kosovo, in Cambogia, a Timor Est, in Mozambico, in Afganistan, in Iraq. 

L’ultimo anno del II millennio, l’anno 2000, ha serbato per l’Arma delle grandi novità. E’ stata elevata a rango di Forza Armata autonoma, distaccata  dall’Esercito Italiano. – Non va dimenticata la strage  di   Nassiriya, in Iraq. Il  12 novembre 2003, alle ore 9.30, un furgone imbottito di esplosivo si lancio  contro la base dei Carabinieri  facendola esplodere e  causando  la morte di  12 carabinieri, insieme a 5 militari dell’Esercito ed a due civili italiani. Nel maggio 2004, si dava inizio all’operazione   Antica Babilonia in Iraq  e l’Italia  invia i   Carabinieri, con il compito di  istruttori per   le Forze di Polizia Irachene.-   Attualmente alle soglie del terzo millennio, l’Arma  pur conservando quelle antiche radici di tradizione  che l’ha sempre distinta, ha  conseguito una  modernità d’immagine e di operatività di tecnica di polizia giudiziaria ed  investigativa  da renderla in grado di affrontare qualsiasi  emergenza  che non ha nulla da invidiare alle altre Forze di Polizia  di altri Paesi  . – Questa  breve  biografia   dell’Arma, racchiuda  una   sintesi   dei suoi due secoli   di storia. Gli avvenimenti che l’hanno coinvolta  dalla sua fondazione sono  immensi da  non essere sufficiente  un’intera enciclopedia  a   descriverli   .  –  Purtroppo  da    tempo, si accenna     a    un  possibile  smantellamento dell’Arma  e   con essa altri   Corpi di Polizia, per   accorparli   in una sola “Forza Pubblica”,   spezzando     quella simbiosi  che  identifica l’Arma dei carabinieri nell’Italia equivalente. –

 Redatto da Brig. Ca. Carmine MACRI

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