Castellammare di Stabia. Ok al bilancio, lacrime e sangue per recuperare 29 milioni di euro

Castellammare di Stabia. Ok all’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato: un piano lacrime e sangue che servirà al Comune per uscire dal dissesto finanziario e che dovrà superare l’esame del Ministero degli Interni. Con 15 voti a favore la maggioranza si è compattata intorno a Nicola Cuomo, nonostante il parere negativo dei revisori dei conti, arrivato all’ultimo minuto utile. Cinque i no arrivati dalle opposizioni, tra cui spicca quello di Peppe Giovedi (Sel), fuoriuscito dalla maggioranza mesi fa proprio quando si votò per il dissesto. Il sindaco ha illustrato il piano che punta a recuperare oltre 29 milioni di euro nel triennio 2013-2015. Come? Il Testo unico degli enti locali, la “bibbia” normativa dei Comuni, indica tutti i passaggi necessari. Al Comune non resta che adeguarsi. Cuomo ha spiegato come si è scelto di farlo a Castellammare. Partecipate. E’ il primo bilancio in cui il Comune non si carica il fardello delle partecipate. «Resta soltanto Sint, il patrimonio immobiliare delle Terme deve restare in mano pubblica, per garantire il proseguo delle attività termali e i lavoratori» ha dichiarato Cuomo ripercorrendo la storia delle altre partecipate: Asam in liquidazione, con la gestione del servizio idrico passata da tempo a Gori; Multiservizi dichiarata fallita sommersa da 25 milioni di debiti, con EcoEgo subentrata nella raccolta rifiuti con un «risparmio da un milione e 200mila euro rispetto a quando si pagavano moltissimi straordinari» e la costituzione dell’Ato per la gestione della raccolta rifiuti su cui il consiglio si è espresso a favore; per le Terme «stiamo lavorando alla privatizzazione». Opere pubbliche. Nessun nuovo mutuo, nessuna nuova opera pubblica finanziata con fondi comunali potrà essere né programmata, né realizzata. «C’erano 17 milioni di mutui – ha spiegato Cuomo – accesi negli anni scorsi per opere che non sono mai iniziate. Come indica la legge ne useremo una parte per pagare i debiti». Per le opere pubbliche restano quelle che attingono ad altre fonti di finanziamento, Più Europa in primis. «Abbiamo messo a gara tutte le opere previste dal Più tranne Palazzo delle Ancelle, a causa della mancanza del parere della Sovrintendenza. Siamo l’unico Comune che fa direttamente le gare, non affidandosi alla Stazione Unica appaltante. L’ho detto al sottosegretario Delrio quando il premier Renzi ha incontrato i sindaci a Napoli». Palazzi in vendita. Dalla ricognizione degli edifici non indispensabili al Comune per le sue funzioni è emersa la decisione di vendere Palazzo Pace e la Caserma Cristallina, nel centro antico. Su quest’ultimo immobile c’è un vincolo di destinazione d’uso dal 2001. Quando il Comune lo acquistò, la giunta Polito stabilì che lì sarebbe dovuta andarci la nuova sede dell’istituto alberghiero. Progetto mai realizzato, punto contestato dai revisori dei conti, cui il sindaco ha replicato: «Il consiglio può modificare la destinazione d’uso». Il dubbio maggiore riguarda l’interesse che quelle due strutture, grandi e nel degrado da decenni, possono destare nei privati. «La legge ora consente – ha spiegato Cuomo – che la Cassa Depositi e Prestiti valuti beni ‘terra-cielo’ prima di proporli al mercato.

Se la vendita non va a buon fine, li acquista la Cassa stessa». Entrata stimata: 4 milioni. Troppo pochi, secondo i revisori. «La valutazione spetta all’Agenzia immobiliare della Cassa – ha replicato la dirigente Marilena Leone – Abbiamo fatto questa stima per prudenza». Spending review. Cuomo ha tagliato auto blu e cellulari di servizio per sé e gli assessori. Già è partito il trasferimento degli uffici comunali da sedi in affitto. «A Palazzo Di Nola resta solo l’ultimo piano per ora, risparmiamo oltre 250mila euro all’anno». Tributi ed evasione. 

Tariffe al massimo per tutto. Lo impone la legge. Solo che il consiglio non ha ancora approvato il regolamento. Le entrate iscritte in bilancio non sono certe. Per stanare gli evasori si procederà alla «esternalizzazione». Vozza ingaggiò un dirigente esperto, creò un settore ad hoc e impegnò 10 lavoratori a tempo determinato. Tutte mosse ora impossibili: «L’ente ha solo 4 dirigenti e non possiamo assumere nessuna altra risorsa, neanche a tempo». Personale. Nessuna assunzione possibile in un ente dissestato nonostante «la pianta organica abbia 200 persone in meno». Ma Cuomo intende «entro l’anno prossimo bandire concorsi per riorganizzare il Comune, così che chi arriverà dopo di me, quando ci saranno le disponibilità economiche potrà assumere a tempo indeterminato». 

(Alessandra Staiano – Metropolis) 

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