L’inviato di Striscia la Notizia ha fatto visita alle città delle acque. Luca Abate è stato a Castellammare di Stabia per capire quanto sia ancora diffuso l’amore per il contrabbando di sigarette e, di conseguenza, la tolleranza per la camorra.
Un’indagine che ha lasciato l’Abete sostanzialmente senza risultati, perché di quello che ancora oggi è considerato uno dei mercati più redditizi al mondo, appannaggio di piccola e grande criminalità, non ne ha trovato traccia.Il contrabbando, “lo sfroso“, rappresenta da anni una sfida alla legalità.La Campania, in particolare a Napoli, Caserta e in città come Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, sono state da sempre l’epicentro di un traffico importante di “bionde”.

Nel 2017, la Campania era al primo posto come regione in cui la Guardia di Finanza ha sequestrato il maggior numero di carichi di sigarette illegali. Un fenomeno che all’epoca era pesantemente condizionato dalla crisi economica, diventando una sorta di “ammortizzatore sociale per eccellenza“, sia per chi comprava e risparmiava, sia per chi vendeva e “campava la famiglia“.Chi gestiva questi flussi? Il boss Raffaele Cutolo, che puntò a creare anche una succursale pugliese della sua Nco – Nuova Camorra Organizzata. Cutolo affidò ai foggiani Pino Iannelli e Alessandro Fusco il compito di fondare, nel 1981, in Puglia, la Nuova Camorra Pugliese (Ncp), alla quale si affiliarono anche i boss di Taranto, Antonio Modeo e Aldo Vuto. Ma questo schema in Salento e nel barese non funzionò.
Ci furono scontri, tensioni e vittime, come i finanzieri Alberto De Falco e Antonio Sottile, morti la notte tra il 23 e il 24 febbraio 2000, mentre tentarono l’inseguimento di un convoglio carico di sigarette.La loro Punto fu speronata dai contrabbandieri.
I colleghi sui sedili posteriori rimasero gravemente feriti.De Falco e Sottile morirono sul colpo, rispettivamente a 32 e 29 anni.
Oggi il contrabbando di sigarette non si è definitivamente spento. Messa in ombra la tratta Albania – Grecia, cova ancora sotto le ceneri, tornando a bruciare, anche grazie a nuove forme e nuovi attori, come la Cina.Ci sono poi le sigarette di contrabbando, prodotte in eccedenza e recuperate dalle reti criminali nelle fabbriche ufficiali dell’Europa orientale, in particolare in Bulgaria, Polonia, Romania e Moldavia, o quelle prodotte in fabbriche clandestine, in particolare in Belgio e nei Paesi Bassi.
Natasha Macri