Fino ad ora ho taciuto. Da quel pomeriggio di giugno scorso, quando una telefonata telegrafica mi annunciò, senza una spiegazione, che la mia collaborazione non era più ritenuta necessaria. Non un commento, non una parola, né sui social network né tantomeno avanti ad un caffè con gli amici ho fatto. Mi sono tenuto tutto dentro. Ho parlato solo con me stesso. Ho riflettuto su come stavano andando le cose. E il dispiacere, il cruccio, il tormento per quel che si è consumato è indicibile.
Alla vigilia di un derby che poteva e doveva essere un’esperienza bellissima tutto questo tormento è amplificato a dismisura e una cosa mi sento di dirla e condividerla con tutti quelli che, come me, ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Nonostante tutto e tutti.
Non voglio ripercorrere le tappe di questi mesi. Non ce ne sarebbe motivo anche perché ritengo che a far dietrologia si perde solo tempo. Però, se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Quindi spero, anzi sono certo, che gli errori commessi serviranno da esempio per il futuro.
È pur vero che il calcio non è una scienza esatta. Migliaia di esempi ce lo insegnano. Si possano approntare le cosiddette corazzate e poi si “muore” per mano di un manipolo di ragazzini. Questo è il bello del calcio, come suol dirsi. Alla fine la sentenza la dà il campo con quella che Max Pezzali chiama “la dura legge del gol”.
Già, il gol. Momento strano quando il pallone varca quella fatidica linea bianca. Capace di suscitare nello stesso tempo gioia e disperazione, allegria e tristezza.
Quest’anno è andata così. Di gioie nemmeno l’ombra. Resta solo il rammarico che, forse con un po’ di collegialità, di spirito “familiare” (quello che era il motore vincente dei primi tempi), si poteva continuare a sognare, anzi a vivere quel sogno che era diventato una bellissima realtà.
Invece saremo costretti a svegliarci e fare in conti con un’altra realtà.
Io resterò sempre lì, sugli spalti, al mio posto da tifoso che da oltre 40 anni occupo. E fa niente che per lo stesso oscuro motivo per cui la “mia collaborazione non era più ritenuta necessaria”, in questi mesi alcuni amici non mi salutano neppure più o mi salutano freddamente se li incontro per strada.
La passione per la mia Juve Stabia va al di là di qualunque cosa!!!