COS’E’ IL TUMORE CHE HA UCCISO TITO VILLANOVA ?

Cos’è

Le ghiandole salivari si trovano all’interno e attorno alla bocca e producono la saliva, un liquido ricco di enzimi e anticorpi, necessario ad avviare il processo di digestione dei cibi e a proteggere bocca e gola dalle infezioni.

Si distinguono ghiandole salivari maggiori e minori: le prime sono presenti in coppia ai due lati del volto e comprendono parotide  (di fronte all’orecchio), ghiandola sottomandibolare  (dietro la mandibola) e ghiandola sottolinguale (sotto il pavimento boccale, ai lati della lingua), mentre le seconde sono presenti in diverse regioni del volto, incluso anche il naso e i seni paranasali, e sono molto numerose (centinaia), ma troppo piccole per essere viste a occhio nudo.

Le cellule che formano le ghiandole salivari possono trasformarsi e dare origine a un tumore.

 
Quanto è diffuso

Il tumore delle ghiandole salivari è piuttosto raro e rappresenta meno dell’1% di tutti i tumori umani. Può comparire a qualsiasi età, ma in genere è raro prima dei 40 anni. Colpisce uomini e donne senza differenze sostanziali (si apprezza solo un lieve aumento di incidenza negli uomini in età più avanzata).

 
Chi è a rischio

Studiare i fattori di rischio per tumori così rari non è semplice, ma nel caso delle ghiandole salivari è noto che l’esposizione a radiazioni della zona di testa e collo (magari per un precedente trattamento medico) aumenta il rischio di sviluppare il tumore.
Anche alcune esposizioni “professionali” – che si verificano cioè sul luogo di lavoro – aumentano il rischio: maggiormente indiziate le polveri di metalli (leghe di nichel) o di minerali (silicio) e le sostanze radioattive.

 
Tipologie

La maggior parte dei tumori delle ghiandole salivari (più del 70%) colpisce la ghiandola parotide e il 10-20% la ghiandola sottomandibolare, mentre sono rarissimi quelli che originano nelle ghiandole sottolinguali e nelle salivari minori.
In base al tipo di cellula dalla quale si sviluppano, i tumori assumono nomi differenti: carcinoma mucoepidermoide, che è più comune nella parotide; carcinoma adenoide cistico, che è tipico delle ghiandole salivari minori e molti tipi differenti di adenocarcinoma (a cellule chiare, a cellule basali, non specificato, mucinoso eccetera).
Inoltre, nelle ghiandole salivari si possono generare altri tumori come, per esempio, carcinomi a cellule squamose, carcinomi indifferenziati e linfomi (molto rari).

 

 Sintomi

I sintomi dei tumori delle ghiandole salivari si manifestano soprattutto nella regione della testa e del collo e possono presentarsi come massa o dolore al volto, al collo o alla bocca, come difficoltà a inghiottire o come differenze visibili e mai notate in precedenza in forma, dimensioni e forza muscolare tra i due lati di volto, collo, bocca.
Si tratta di sintomi che non necessariamente indicano la presenza di un tumore, ma che meritano comunque attenzione e un parere medico.

 
Prevenzione

In base ai dati oggi disponibili non è possibile stabilire una strategia di prevenzione efficace contro i tumori delle ghiandole salivari. Evitare l’esposizione a radiazioni, a polveri di silicio, alla gomma o alle leghe di nichel, così come ridurre la diffusione del virus dell’HIV nella popolazione, può contribuire a ridurre il rischio.
L’infiammazione cronica delle ghiandole salivari non è ancora considerata con certezza un fattore di rischio.

 
 Diagnosi

L’esame delle ghiandole salivari fa parte della normale visita medica di controllo; quest’ultima, infatti, permette facilmente la scoperta di noduli o di masse di nuova formazione, che, in alcuni casi, possono far sospettare un problema di tipo oncologico. La presenza di un nodulo non è però sufficiente per formulare una diagnosi certa: dopo aver valutato la storia clinica e familiare e i risultati della visita ambulatoriale, in caso di situazioni sospette, il medico di base può richiedere una visita specialistica da un otorinolaringoiatra.
Tra gli esami più utilizzati per diagnosticare un tumore alle ghiandole salivari sono particolarmente importanti raggi X, TC(tomografia computerizzata) e risonanza magnetica. Infine, per determinare la tipologia del tumore, si procede con labiopsia, cioè il prelievo di un frammento del tumore e la sua analisi al microscopio.

 Evoluzione

Come per molti altri tumori, anche per quelli delle ghiandole salivari viene utilizzato il sistema di stadiazione TNM, che consente di stabilire quanto la malattia sia estesa, prendendo in considerazione il tumore (T) e la presenza di cellule tumorali ai linfonodi (N) e in organi lontani (metastasi, M).

 
Come si cura

Una volta diagnosticata la presenza di un tumore delle ghiandole salivari, la scelta del trattamento più adatto ed efficace deve tenere conto di molteplici fattori, tra i quali il tipo di malattia, la posizione e dimensione della massa, lo stato di salute del paziente e il possibile impatto del trattamento sulla vita di tutti i giorni: intervenire su questi tumori potrebbe infatti influenzare funzioni importanti come parlare, masticare o inghiottire.

Rivolgersi a un centro specializzato è il primo fondamentale passo verso la cura di questi tumori piuttosto rari.

Tenuto conto di queste premesse, la scelta del trattamento dei tumori delle ghiandole salivari ricade spesso sulla chirurgia, con la quale è possibile in molti casi rimuovere tutta la massa tumorale, oltre ad alcuni tessuti circostanti per essere certi di non lasciare cellule malate nella zona trattata. Gli interventi per la rimozione di questi tumori sono delicati, ma stanno diventando sempre più precisi e meno invasivi grazie ai continui progressi nelle tecniche chirurgiche e di ricostruzione facciale. Dopo l’operazione è possibile utilizzare la radioterapia che assume così un ruolo adiuvante:aiuta a distruggere le cellule tumorali rimaste in sede che, date le microscopiche dimensioni, non possono essere asportate con il bisturi. Ma la radioterapia rappresenta una valida opzione anche quando il paziente è troppo debole per affrontare l’operazione o quando il tumore, per dimensione o posizione, non può essere asportato chirurgicamente; essa appare altresì efficace nell’alleviare i sintomi nel caso di malattia in stadio avanzato (ruolo)palliativo della radioterapia). A differenza della chirurgia e della radioterapia, lachemioterapia non è molto utilizzata per i tumori delle ghiandole salivari e viene scelta come trattamento solo nel caso di tumori già diffusi in organi lontani e in pazienti che non possono essere trattati con chirurgia e radioterapia. Infine, in alcuni casi, la chemioterapia può essere associata alla radioterapia per aumentarne l’efficacia.

In caso la malattia non risponda ai trattamenti convenzionali, i medici possono consigliare la partecipazione in studi clinici, al fine di valutare l’efficacia di farmaci sperimentali.

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