La donna di Vico Equense, che oggi ha 51 anni, subito dopo la nascita nel giugno del ’63 fu lasciata da un’ostetrica alle cure della Real Casa dell’Annunziata, lo storico istituto per l’infanzia abbandonata nel cuore di Napoli. Dopo 18 mesi fu adottata da una famiglia di Portici, con la quale visse serenamente fino all’età di 24 anni, quando la scoperta del suo passato diede vita all’inquietudine per quel tassello mancante nella sua storia. Dall’età di trent’anni ha intrapreso la ricerca della sua madre naturale, scontrandosi contro la rigida burocrazia che, come noto, mantiene il più stretto riserbo in casi del genere.
Nonostante la sua vita procedesse piena e appagante, grazie anche alla nascita di due figli, Marinella Arienzo non si è data per vinta negli anni, determinata a colmare il vuoto che si portava dentro, e a trovare le risposte a tanti interrogativi che la tormentavano.
Sfinita dalla persistente sterilità delle sue ricerche, la donna ha raccontato a vari quotidiani e trasmissioni televisive la sua storia, nella speranza che qualcuno in ascolto vi riconoscesse dettagli noti e serbasse informazioni utili a dare una svolta definitiva al suo lungo cercare.
E in effetti, tra varie segnalazioni infruttuose, Marinella Arienzo ha raccontato a Il Mattino: «Le mie zie, mio fratello e mia madre, a seguito della storia diffusa dai media, si sono confrontati e hanno riscontrato che tutti gli elementi coincidevano ,così hanno deciso di contattarmi. Mio fratello mi ha mandato un messaggio tramite Facebook dicendomi “forse abbiamo una mamma in comune”. Da lì sono iniziati e rapporti».

Il test del Dna ha confermato che quella donna di 77 anni che vive in Francia -dove si trasferì poco dopo aver dato alla luce Marinella e si ricostruì una nuova vita e una famiglia- è proprio la sua madre biologica.
Le due si sono già “conosciute” attraverso Skype e prevedono di incontrarsi, in quello che sarà un giorno denso di emozioni e risposte, in un lieto fine che costituisce una speranza per i tanti che, come Marinella Arienzo, sono alla ricerca di un tassello mancante delle proprie storie. ARTICOLO DI SIMONA CINIGLIO FONTE:corsoitalianews.it