Avrebbero dovuto usare il defibrillatore semiautomatico disponibile allo stadio i tre medici intervenuti a soccorrere Piermario Morosini, calciatore 24enne del Livorno, morto in campo il 14 aprile 2012 durante Pescara-Livorno: per questo motivo i medici sociali delle due squadre, Manlio Porcellini del Livorno e Ernesto Sabatini del Pescara, e il medico del 118 in servizio quel giorno allo stadio `Adriatico´, Vito Molfese, sono stati rinviati a giudizio dal gup del Tribunale locale, Luca De Ninis, con l’accusa di omicidio colposo. Il processo è stato fissato per il prossimo primo dicembre.
Al 31’ del primo tempo della partita di serie B tra abruzzesi e toscani Morosini si accascio’ improvvisamente a terra, morendo poco dopo, a causa, stabilì poi l’autopsia, di una cardiomiopatia aritmogena, probabilmente di natura congenita. A nulla valsero i soccorsi dei tre medici presenti sul campo di gioco in quella circostanza. L’accaduto provocò un profondo turbamento nell’opinione pubblica, portando la Figc alla decisione di sospendere e rinviare tutte le partite del campionato di Serie A e delle categorie minori.
Cardine del procedimento la perizia presentata dai consulenti del Gip, Vittorio Fineschi, Francesco Della Corte e Riccardo Cappato, secondo la quale i tre medici dovevano usare il defibrillatore che «avrebbe dato qualche chance in più di sopravvivere» al calciatore. Secondo la perizia «ciascuno dei medici intervenuti è chiamato a detenere, nel proprio patrimonio di conoscenza professionale, il valore insostituibile del defibrillatore semi-automatico nella diagnosi del ritmo sottostante e, in caso di fibrillazione ventricolare, il valore cruciale nell’influenzare le chance di sopravvivenza della vittima di collasso».
Oggi in aula, sono stati rivissuti quei drammatici e interminabili minuti che videro Morosini crollare sul terreno di gioco: attimi terribili con medici ed infermieri che si affannarono intorno al giocatore nel tentativo di salvargli la vita, davanti a quasi diecimila spettatori presenti sugli spalti e da altre migliaia di telespettatori. In quei convulsi e drammatici momenti, ci fu anche un imprevisto che rallentò i soccorsi: un’auto della polizia municipale parcheggiata e chiusa a chiave che ostruiva l’ingresso dell’ambulanza sul campo di gioco. Un ritardo di quattro minuti che, secondo i medici e le perizie, non fu però determinante in quanto i soccorsi erano già stati avviati con il massaggio cardiaco.
Legate dal lutto le società del Livorno e del Pescara hanno dato vita negli ultimi due anni al «Memorial Piermario Morosini» per ricordare il giocatore scomparso. Ad un anno dall’accaduto l’amministrazione comunale di Pescara ha intitolato ufficialmente il settore ospiti dello Stadio Adriatico a Morosini. Una targa all’ingresso della curva sud ricorda quel tragico giorno.
Fonte: Lastampa.it