JUVE STABIA : IL PUNTO DI GIANFRANCO PICCIRILLO

L’unico risultato che non serviva allo Stabia e al Padova era il pareggio, ma la gara è finita pari proprio per la pochezza di entrambe le formazioni, che non a caso retrocederanno entrambe in lega pro. Braglia ha finalmente escluso Ghiringhelli persino dalla panchina, optando per Romeo, che insieme al portiere Benassi e a Liviero sono gli unici calciatori presi al mercato di gennaio a figurare nella formazione iniziale, a conferma del fatto che Braglia si fida soprattutto degli uomini, con i quali ha cominciato la stagione. I fatti nel primo tempo gli danno ragione perché subito Di Carmine ha avuto la palla per il vantaggio, sprecata per aver scelto di scartare il portiere Mazzoni invece di tirare in porta, e per almeno un paio di pericoli creati sui buoni inserimenti di Liviero e Zampano, oltre che dello stesso Di Carmine, per Doukara, paragonato in settimana a Corona dallo stesso Braglia. In effetti il forte e preciso colpo di testa del franco senegalese su assist proprio di Zampano, che ha dato il vantaggio alle vespe, ha ricordato uno dei colpi preferiti da re Giorgio, che trascinò alla promozione in B lo Stabia assieme a Mezavilla e Braglia, unici superstiti di quella squadra fantastica. Il Padova di Serena nel primo tempo si è visto raramente dalle parti di Benassi, ma l’infortunio di Di Carmine è stato il primo segnale negativo dell’ennesima giornata grigia del calcio stabiese, anche se Braglia ha voluto inserire Vitale al posto dell’attaccante per rilanciare lo stabiese dopo il lungo infortunio, modificando il modulo dal 3 4 3 iniziale al 4 4 2 con i soli Doukara e Sowe in attacco, sostenuti dal centrocampo formato da Zampano, Suciu, Mezavilla e lo stesso Vitale. Nella ripresa però si capisce subito che la musica è cambiata, e non solo perché Serena decide di inserire l’ivoriano Diakitè, quando il Padova spreca una clamorosa occasione per fare gol da due metri, facendo capire di voler giocare prevalentemente in attacco. I fedelissimi del Menti, che stasera hanno sfidato il freddo e la pioggia per stare sempre vicini alla squadra, facendo il solito tifo incessante, hanno capito che lo Stabia per vincere avrebbe dovuto segnare almeno un altro gol e Doukara non è riuscito a fare la doppietta, sprecando di piede con un tiro centrale solo davanti a Mazzoni che ha neutralizzato facilmente. La svolta della gara è avvenuta con le seconde sostituzioni, preziosissima quella di Serena che inserisce Pasquato per uno spento Vantaggiato, precipitosa e dannosa quella di Braglia che fa entrare Di Nardo per un Sowe sotto tono, ma che sarebbe stato molto utile con le mutate situazioni tattiche della gara dopo il pareggio del Padova. Il pari è stato realizzato proprio da Pasquato, decisivo pure nella gara di andata, con una splendida parabola su un calcio di punizione dal limite e il Padova a quel punto ha tentato in tutti i modi di vincere, prestando però il fianco alle ripartenze degli stabiesi, che però senza più Sowe e Di Carmine e con Baraye, assente per squalifica, non sono riuscite a ripartire con calciatori in grado di puntare sulla velocità con la palla al piede. Così il Padova è stata la squadra che nel finale è andata più vicino al successo con alcune azioni molto pericolose che sono svanite per un nonnulla, ma bisogna considerare anche l’infortunio di Suciu, che ha costretto Braglia a fare il terzo e ultimo cambio con l’ingresso di Giandonato, che ha confermato di non essere in buone condizioni atletiche e i crampi di Doukara che hanno portato lo Stabia a giocare praticamente in dieci. Questi ultimi episodi hanno reso l’errore di Braglia sulla sostituzione di Sowe ancora più evidente, perchè sarebbe potuto entrare Falco o lo stesso Di Nardo al posto di Doukara, con il gambiano Sowe in campo in grado di far male alla difesa alta del Padova con le sue veloci ripartenze fino all’ultimo dei cinque minuti di recupero decisi da un arbitro, il sig. Borriello di Mantova, apparso appesantito nel fisico e non irreprensibile nella gestione dei falli e dei cartellini gialli. Alla fine il Padova manca un altro gol che sembrava già fatto da pochi passi con lo stesso Pasquato, ma il pareggio fa disperare entrambe le squadre che, a meno di miracoli, torneranno nell’inferno della serie C o lega pro, che dir si voglia e in fondo per le carenze dimostrate anche stasera al Menti questo risultato è di gran lunga meritato, oltre che essere lo specchio fedele del loro disastroso campionato.

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